La gentilezza verso se stessi ci richiede di capire le nostre debolezze e i nostri fallimenti invece di condannarli.
Ci richiede di vedere chiaramente fino a che punto ci facciamo del male. Questa qualità di gentilezza però non comporta solo di non giudicarci ma anche di confortarci attivamente significa che permettiamo a noi stessi di essere emotivamente commossi dal nostro stesso dolore.
FACCIAMO UN’OFFERTA DI PACE A NOI STESSI.
Quando sviluppiamo l’abitudine alla gentilezza verso sè, la sofferenza diventa una opportunità per sperimentare amore e tenerezza dentro di noi.
Possiamo alleviare e confortare il nostro dolore, così come un bambino viene calmato e confortato dalle braccia della madre.
Chi potrebbe conoscere meglio la vera entità del dolore e della paura che stiamo affrontando, sapere quello di cui abbiamo più bisogno? solo noi.
Il modo in cui possiamo cominciare a prenderci cura di noi per confortarci è fermarci e chiederci
” che cosa sto provando?”
“di che cosa ho bisogno in questo momento?”
Il punto è ascoltare, dare valore ed esprimere i nostri bisogni, per fermare il nostro self-talk critico.
Possiamo provarci almeno qualche volta, proviamo riformulando le frasi della nostra parte critica, le osservazioni che ci fa potremmo dircele in modo più gentile amichevole e positivo.