Perchè il fiore di loto

Si avvicina il giorno della presentazione dei percorsi di mindfulness per bambini adolescenti e genitori.

Ecco spiegata la metafora dei fiori di loto:

ll fiore di loto è un fiore bellissimo che si può ammirare ovunque perché presente in tutto il mondo, ma la sua esistenza non è così facile e piena di bellezza come si potrebbe immaginare.

A differenza di tutti gli altri fiori, infatti, quando il loto inizia a germogliare, si trova sotto l’acqua sporca di laghi o piccoli stagni, circondato da fango e melma e tormentato da pesci e insetti.

Nonostante queste condizioni, il fiore di loto si fa forza e, crescendo, sale verso la superficie dell’acqua. E’ ancora solo un gambo con alcune foglie e un piccolo baccello.

Col tempo lo stelo continua ad allungarsi e il baccello lentamente emerge dall’acquitrino. E’ allora che il loto comincia ad aprirsi, petalo dopo petalo, nell’aria pulita e nel sole. Il fiore di loto è pronto per appagare gli occhi di tutto il mondo.

Nonostante sia nato in acque torbide, scure, dove la speranza di una vita bella sembra lontana, il loto cresce, supera le avversità e, ironia della sorte, quella stessa acqua sporca che lo ha visto germogliare si pulisce man mano che esso emerge.

Quando il loto si apre, non una macchia di fango o sporcizia rimane esternamente. All’interno poi non vi è traccia dell’acqua di provenienza. E’ puro, luminoso e bello.

Le circostanze della vita non sempre sono ideali, ma il loto non smette mai di risalire attraverso le acque dell’avversità, di aprire i suoi petali e fiorire sotto il sole.

Per crescere e ottenere la saggezza, prima è necessario superare il fango, gli ostacoli della vita e la sua sofferenza, la tristezza, la perdita e la malattia.

Per ottenere più saggezza, gentilezza e compassione, pensiamo di crescere come un fiore di loto e di schiudere i petali, uno per uno.

Vi aspetto per schiudere i nostri petali e quelli dei nostri bambini e ragazzi

RIPARTIRE CON LENTEZZA

Abbiamo messo i costumi nell’armadio, i bambini hanno ripreso la scuola e possiamo permetterci di fare Pausa.

L’autunno può essere un momento molto florido dove rivolgere uno sguardo gentile all’interno di noi. Ecco allora una serie di belle novità:

GIOVEDI 28 SETTEMBRE H 1930 PRESENTAZIONE DEI PERCORSI DI MINDFULNESS PER GENITORI E DI MINDFULNESS PER BAMBINI E ADOLESCENTI

DOMENICA 8 OTTOBRE H.10 INCONTRO DI PRATICA DI BIOENERGETICA E MINDFULNESS PRESSO L’ECOVILLAGGIO DI TORRI SUPERIORE

 

La giornata del primo autunno
è senza nuvole.
Il fiume è gonfio fino all’orlo,
lava le radici degli alberi,
ondeggiati al guado…
Mi s’empie il cuore
nel volgere lo sguardo
e nel vedere il cielo silenzioso
e l’acqua che fluisce.
Sento la felicità diffondersi
semplicemente intorno,
come il sorriso sul viso d’un bambino.

COMBATTERE LO STRESS

Lo stress è una risposta psicofisica che l’organismo mette in atto in risposta a compiti che sono valutati dall’individuo come eccessivi: questo significa che un evento stressante per qualcuno potrebbe non esserlo per altri e che uno stesso evento in fasi di vita diverse può risultare più o meno stressante. È tuttavia utile individuare alcuni fattori che risultano tipicamente stressanti per la maggior parte delle persone. Molti dei grandi eventi della vita possono risultare stressanti, sia eventi piacevoli come il matrimonio, la nascita di un figlio o un nuovo lavoro, sia quelli spiacevoli come la morte di una persona cara, una separazione o il pensionamento.

I sintomi dello stress

Ci capita spesso di dire che siamo ‘stressati’ ma non tutti i sintomi sono facili da individuare e possiamo sottovalutare il problema. Pur essendo difficile fornire un elenco esaustivo di tutti i sintomi dello stress, è utile individuare i più frequenti. Si individuano quattro categorie di sintomi da stress:
– sintomi fisici: mal di testa, mal di schiena, indigestione, tensione nel collo e nelle spalle, dolore allo stomaco, tachicardia, sudorazione delle mani, extrasistole, agitazione, problemi di sonno, stanchezza, capogiri, perdita di appetito, problemi sessuali, fischi alle orecchie;
– sintomi comportamentali: digrignare i denti, alimentazione compulsiva, più frequente assunzione di alcolici, atteggiamento critico verso gli altri, comportamenti prepotenti, difficoltà a portare a termine i compiti;
– sintomi emozionali: tensione, rabbia, nervosismo, ansia, pianto frequente, infelicità, senso di impotenza, predisposizione ad agitarsi o sentirsi sconvolti;
– sintomi cognitivi: difficoltà a pensare in maniera chiara, problemi nella presa di decisione, distrazione, preoccupazione costante, perdita del senso dell’umorismo, mancanza di creatività.

Stress e disturbi psicologici

Lo stress è connesso ad una quantità di disturbi psicologici: disturbo da stress post-traumatico, disturbo acuto da stress, disturbi psicosomatici, depressione, disturbo bipolare, disturbi d’ansia, disturbi della sfera sessuale e disturbi dell’alimentazione.

Stress e disturbi dell’umore

I disturbi dell’umore comprendono depressione e disturbo bipolare. Le depressioni ricorrenti si verificano in circa l’8% della popolazione e il disturbo bipolare, che è caratterizzato sia da depressioni ricorrenti che da episodi ipomaniacali/maniacali, si verifica in circa l’1% della popolazione. Chi ne soffre convive con sintomi depressivi o maniacali circa il 50% del tempo, ha una marcata diminuzione della qualità di vita e un’aspettativa di vita di 10-15 anni inferiore a quella della popolazione generale, dovuta a una maggior prevalenza di suicidio e alla mortalità cardiovascolare.

Lo stress è uno dei molti fattori di rischio per la depressione e anche un fattore di rischio per i disturbi cardiovascolari. Inoltre lo stress provoca un aumento dell’attività del sistema ormonale che regola la secrezione di cortisolo. L’ipercortisolismo, infatti, è comune nei pazienti con depressione. All’altra estremità dello spettro, ci sono esempi che mostrano che alti livelli di stress possono portare a ipocortisolismo a lungo termine. È possibile infatti che depressione e/o episodi maniacali ricorrenti, provocando un elevato accumulo di stress nel tempo, portino ad un esaurimento del sistema ormonale.

Come possiamo ridurre lo stress?

Il programma Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) è un protocollo educativo centrato sul paziente ideato da Jon Kabat-Zinn presso il Medical Center dell’Università del Massachusetts, che utilizza un addestramento relativamente intensivo alla meditazione Mindfulness per insegnare alle persone a prendersi cura di se stesse e a vivere in modo più sano, imparando ad adattarsi alle circostanze della vita e a gestire lo stress.

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Depressione, sintomi e trattamento

Quando parliamo di depressione è bene approfondire l’argomento.

 I sintomi che devono essere presenti per porre diagnosi Disturbo Depressivo Maggiore sono riportati di seguito.

Almeno uno dei due criteri tra:

  • Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni (la persona si sente triste, vuota, disperata, oppure tende al pianto e alla lamentazione)
  • Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte o quasi tutte le attività che prima interessavano e davano piacere. Molto frequentemente si presentano l’anedonia (stanchezza, affaticamento, mancanza di energie) e la demotivazione.

Almeno tre dei seguenti criteri:

  • Aumento o una diminuzione significative dell’appetito e quindi del peso corporeo senza essere a dieta
  • Insonnia o ipersonnia quasi tutti i giorni
  • Rallentamento o agitazione psicomotori
  • Disturbi del sonno (dorme di più o di meno o si sveglia spesso durante la notte o non riesce ad addormentarsi o si sveglia precocemente)
  • Faticabilità o mancanza di energia
  • Ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, mantenere l’attenzione e prendere decisioni
  • Pensieri ricorrenti di morte o di suicidio, che possono andare da un vago senso di morte e desiderio di morire fino all’intenzione di farla finita con una vera e propria pianificazione e tentativi di suicidio.

Il sintomo soggettivo prevalente è la sensazione di essere inutile, negativo o continuamente colpevole che può arrivare all’odio verso di sé

La caratteristica principale dei sintomi depressivi è la pervasività: sono presenti tutti i giorni per quasi tutto il giorno per almeno 15 giorni, causando un disagio clinico significativo e compromettono il normale funzionamento sociale, lavorativo o in altre aree importanti per la persona.

 

Come si manifesta?

Chi ne soffre ha un umore depresso per la maggior parte del giorno per più giorni di seguito e non riesce più a provare interesse e piacere nelle attività che prima lo interessavano e lo facevano stare bene.

Si sente giù e/o irritabile, stanco, ha pensieri negativi, e spesso sente la vita come dolorosa e senza senso (“dolore del vivere”), senza speranza, senza poteri né risorse, completamente impotenti.

Mancano le energie per fare qualsiasi attività, fisica e mentale e niente sembra più interessare né in grado di dare piacere.

Si guarda la propria vita e tutto appare un fallimento, un susseguirsi di perdite di cui spesso ci si sente colpevoli.

Oppure si è convinti che la colpa sia degli altri, della vita, della sfortuna e ci si sente arrabbiati con tutto e tutti e si arriva a farsi terra bruciata intorno.

L’isolamento è cercato e sofferto, e appare inevitabile.

E’ raro che una persona depressa abbia contemporaneamente tutti i sintomi riportati sopra, ma se soffre quotidianamente dei primi due sintomi su descritti e di almeno altri tretra quelli indicati nella sezione “sintomi” è molto probabile che abbia un disturbo depressivo.

Spesso la depressione si associa ad altri disturbi, sia psicologici (frequentemente di ansia) sia medici.

In questi casi la persona si deprime per il fatto di avere un disturbo psicologico o medico.

25 persone su 100 che soffrono di un disturbo organico, come il diabete, la cardiopatia, l’HIV, l’invalidità corporea fino ad arrivare ai casi di malattie terminali, si ammalano anche di depressione.

Purtroppo la depressione può portare ad un aggravamento ulteriore, dato che quando si è depressi si ha difficoltà a collaborare nella cura, perché ci si sente affaticati, sfiduciati, impotenti e si ha una scarsa fiducia di migliorare.

Inoltre, la depressione può complicare la cura anche per le conseguenze negative che può avere sul sistema immunitario e sulla qualità di vita già compromessa dalla malattia medica.

La depressione è un disturbo spesso ricorrente e cronico.

Chi si ammala di depressione può facilmente soffrirne più volte nell’arco della vita. Mentre nei primi episodi l’evento scatenante è facilmente individuabile in un evento esterno che la persona valuta e sente come perdita importante e inaccettabile, nelle ricadute successive gli eventi scatenanti sono difficilmente individuabili perché spesso si tratta di eventi “interni” all’individuo come un normale abbassamento dell’umore, che per chi è stato depresso già diverse volte è preoccupante e segnale di ricaduta.

Il disturbo depressivo può portare a gravi compromissioni nella vita di chi ne soffre. Non si riesce più a lavorare o a studiare, a iniziare e mantenere relazioni sociali e affettive, a provare piacere e interesse nelle attività. 15 persone su 100 che soffrono di depressione clinica grave muoiono per suicidio. Più giovane è la persona colpita, più le compromissioni saranno gravide di conseguenze. Per esempio un adolescente depresso non riesce a studiare e ad avere relazioni, e quindi non riesce a costruire i mattoni su cui costruire il proprio futuro.

Trattamento

La depressione va diagnosticata e trattata attraverso due approcci complementari, che permettono al paziente di uscire dalla fase cronica e di mantenere per un periodo sufficientemente lungo un periodo di stabilità.

L’approccio farmacologico deciso attraverso un consulto psichiatrico.

Il trattamento psicoterapico, decisivo per elaborare le cause e ricostruire un senso di sè efficace.

negli ultimi anni è risultata estremamente efficace anche la mindfulness con un protocollo specificatamente proposto per ridurre le ricadute depressive.

Mindfulness-Based Cognitive Therapy (MBCT)

Gli studi fatti da Zindel Segal (Toronto), Mark Williams (Galles) e John Teasdale (Cambridge) hanno dato vita al programma Mindfulness-Based Cognitive Therapy (MBCT).
Questo protocollo, che è una rielaborazione del lavoro di Jon Kabat-Zinn sul programma di riduzione dello stress (Mindfulness-Based Stress Reduction MBSR) già sperimentato su più di 24000 pazienti negli ultimi 20 anni all’University of Massacchusetts, ha indagato come la meditazione possa aiutare le persone a stare meglio dopo essere state trattate con successo per depressione. Il lavoro di Segal, Williams e Teasdale si è basato sull’osservazione che, una volta che un paziente si è ripreso da un episodio depressivo, una quantità relativamente piccola di umore negativo, che può presentarsi, come abbiamo detto, per qualsiasi motivo, può scatenare nuovamente una grande quantità di pensieri negativi classici della depressione che portano con sé sensazioni fisiche di debolezza, stanchezza o dolore inspiegabile.

•    “sono un fallimento”
•    “sono debole”
•    “sono senza valore”
•    “sono senza speranza”

Sia i pensieri negativi che la stanchezza spesso sembrano, agli occhi degli altri, sproporzionati rispetto alla situazione.
I pazienti che credono di essere guariti possono sentirsi di nuovo al punto di partenza.
Si trovano in un loop ruminativo che li porta continuamente a chiedersi “cosa è andato male?”, “perché sta succedendo a me?”, “dove mi porterà tutto questo?”.
Tale ruminazione induce le persone a cercare quasi ossessivamente una risposta, ma in realtà causa solo un prolungamento e un peggioramento della depressione.
Il protocollo Mindfulness-Based Cognitive Therapy (MBCT) è designato ad aiutare coloro che soffrono di periodi di depressione e infelicità cronica attraverso uno strumento che permetta di affrontare tutto questo quando si ripresenta.
L’evidenza di efficacia dell’MBCT è così robusta che il National Institute for Clinical and Health Excellence (NICE) anglosassone la consiglia a tutti coloro che hanno avuto due o più episodi depressivi.
In particolare:

  • L’MBCT è più efficace delle dosi di mantenimento di antidepressivi nel prevenire una ricaduta nella depressione
  • Tre quarti di coloro che hanno frequentato un corso MBCT e hanno assunto antidepressivi sono stati in grado di sospendere i farmaci entro 15 mesi
  • L’MBCT può anche ridurre la gravità dei sintomi nei soggetti che stanno vivendo un episodio depressivo
  • L’MBCT sembrerebbe ridurre i punteggi al BDI (Beck Depression Inventory) in soggetti con depressione farmaco resistente

 

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Cosa mi devo aspettare da una psicoterapia?

La psicoterapia è un viaggio che a volte può essere molto faticoso e doloroso , ma che lascia il senso di essersi occupati di sè in modo costruttivo. Spesso però le aspettative per questo percorso non corrispondono alla realtà.

Ecco un elenco di quello che è bene aspettarsi dalla psicoterapia e che cosa non aspettarsi, in modo che il percorso che si intraprende sia un percorso di crescita e di cambiamento che porta buoni frutti.

Posso aspettarmi che:

  • Io sia ascoltato senza preconcetti.
  • Io non sia catalogato e classificato in categorie patologiche.
  • Ci siano dei cambiamenti in me e nella mia vita e possa provare paura di questo.
  • Io possa crescere.
  • Io sappia meglio gestire i miei sintomi e che questi diminuiscano e scompaiano.
  • Aumenti la mia consapevolezza ed io mi conosca meglio.
  • Aumenti la mia autostima.
  • Io possa decidere di fermarmi.
  • Lo psicoterapeuta sia preparato ad affrontare la mia particolare condizione e, se non lo è, mi indichi qualcuno che lo potrebbe essere.
  • Io trovi un sostegno in qualcuno che mi dia i mezzi per poter, in futuro
    , fare a meno di lui.
  • Sia mantenuta la mia privacy.
  • L’ambiente in cui vengo accolto sia confortevole e protetto dalle intrusioni esterne.
  • Io possa provare ed esprimere sia i sentimenti e le emozioni positive sia quelle negative, comprese quelle verso lo psicoterapeuta.
  • Sia rispettata l’etica deontologica.
  • Lo psicoterapeuta non dia giudizi morali.

Non posso aspettarmi che:

  • Lo psicoterapeuta prenda le decisioni al posto mio e mi dica cosa fare.
  • L’aiuto sia dato in tempi ristretti e prestabiliti.
  • Io possa chiedere aiuto per conto terzi che non vogliono es
  • sere aiutati (mio padre, mia madre, mio fratello, mia moglie ecc.).
  • Il sintomo sia senza significato e che l’unica cosa da fare sia sopprimerlo.
  • Ci sia una risposta prestabilita per ogni sintomo.
  • Lo psicoterapeuta sia onnipotente ed onnisciente, non gli è concesso sbagliare o non sapere.
    Legge nella mente. Deve essere sempre comprensivo. Ha la sfera di cristallo e la bacchetta magica.
  • Posso non parlare, non riflettere, non pensare, è l’altro che lo deve fare al posto mio.
    Lo pago per questo!
  • Lo psicoterapeuta sia l’amico che ho perso, il padre che non ho avuto, l’amante che vorrei, e che per questo ci sia un rapporto fuori dalla terapia.
  • La psicoterapia sia una chiacchierata e non un impegno serio.

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Prenditi cura di te – Genitori Consapevoli

 

Come fare quando nostro figlio diventa adolescente?
Stabilire un buon legame corpo mente è un buono strumento per affrontare una fase tanto delicata e caotica come quella adolescenziale dei nostri figli.
Essere consapevoli di quello che accade nel corpo, nelle emozioni e nel cuore è un modo di fare pausa, senza inserire il pilota automatico, che creerebbe grandi conflitti. 
Prendersi cura di noi è un modo per insegnare ai nostri figli a fare altrettanto. Ne beneficeranno per tutta la vita.
Partire dal corpo ci ancora al presente, perché il corpo come il respiro è sempre presente, diamo con coraggio e fiducia attenzione alle nostre sensazioni corporea, scopriremo un vasto orizzonte di possibilità.

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Genitori Consapevoli

Perché mio figlio non mi ascolta?
Quante volte ci siamo fatti questa domanda.
Proviamo a cambiare prospettiva
Noi siamo in ascolto quando loro comunicano con noi? 
leggiamo questa bella poesia di Leo Buscaglia
Ci darà un bello spunto di riflessione:

“Quando ti chiedo di ascoltarmi e tu cominci a darmi consigli, non fai ciò che ti chiedo. Quando ti chiedo di ascoltarmi e tu cominci a dirmi perchè non dovrei sentirmi in quel modo; calpesti le mie sensazioni.
Quando ti chiedo di ascoltarmi e tu pensi di dover fare qualcosa per risolvere i miei problemi, mi deludi.
E se desideri parlare, aspetta qualche istante il tuo turno e ti prometto che ascolterò. (L.Buscaglia, La coppia amorosa, Mondadori )

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Genitori Consapevoli

Come gestire le emozioni difficili e le situazioni di conflitto?
Noi genitori dobbiamo diventare “allenatori emotivi” insegnando a nostro figlio a:
Nominare le emozioni, dando un nome a quello che sta accadendo,
Esprimere, senza lasciarsi travolgere, 
Legittimare, perché non ci so o emozioni buone o emozioni cattive.
Questo non vuol dire non avere regole, ricordiamoci che dobbiamo sanzionare il comportamento negativo non l’emozione che lo ha prodotto.
Insegneremo a nostro figlio a fare Pausa, ascoltare quello che gli sta succedendo e a scegliere l’azione più appropriata
Potete provare con il meteo emotivo tutti i giorni

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ALLE SORGENTI DEL SE’

Io mi preparo al nostro incontro a Torri superiore di Settembre!
Se non ti sei iscritto fallo adesso ancora due posti disponibili.

“Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori. Le alte montagne sono per me un sentimento”. 
Reinhold Messner

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